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Carla
Admin

35010 Posts
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Posted - 23 May 2017 :  22:23:52  Vedi Profilo Send Carla a Private Message  Rispondi quotando

LEGGENDA DELLE PRIMULE



Quell'anno la Primavera sembrava non dover più arrivare;
gli animali del bosco la attendevano con impazienza;







L'Inverno era stato molto freddo e tutti, dalla lepre, allo scoiattolo,
agli uccelli non vedevano l'ora che se ne andasse,
lasciando il posto al primo tiepido sole che potesse scaldar loro le pellicce e le piume.







Ma l'Inverno, ormai vecchio e un po' sordo, non voleva proprio levare il disturbo,
tanto che tutti gli animali iniziarono a dirgli: "Insomma, vuoi andartene si o no ?"
"Non è ora che lasci arrivare la Primavera?".







Insomma, tanto fecero e tanto dissero che l'Inverno si arrabbiò davvero
e disse tra se e se : "Ah si eh ? volete mandarmi via... ma io ve la farò pagare";
chiamò i suoi due fidi alleati, il gelo e la tempesta e disse loro :
"Nascondetevi dietro quel cespuglio e quando vedrete arrivare la Primavera
spingetela in quella grotta; io penserò al resto".







Quando la Primavera, puntuale come ogni anno, fece capolino al limitare del bosco,
la tempesta saltò fuori dal cespuglio dietro il quale era nascosta e soffiando
un vento gelido la spinse fin verso la grotta dove il gelo costruì una barriera
di ghiaccio per non lasciarla uscire.







La lepre aveva assistito a tutta la scena e corse subito dagli altri animali
del bosco per chiedere che cosa fare;
ma nessuno sapeva come liberare la Primavera rinchiusa nella grotta.
"Andiamo a chiedere consiglio al Sole " disse il pettirosso, che sapeva che il Sole
era amico della Primavera.







"E' una brutta situazione " - disse il Sole - "ma io so come aiutarvi";
accompagnato da un corteo di candide
nuvolette si avvicinò ad un ruscello vicino alla grotta e,
al suo passaggio spuntarono dei piccoli fiori, le primule.







"Prendete una di queste primule" - disse il Sole - "e andate subito alla grotta;
sono fiori magici, ed il ghiaccio si scioglierà".
La lepre, senza farselo dire due volte, strappò una primula con i suoi denti
aguzzi e corse alla grotta,



dove i tre compari si erano addormentati dopo aver
festeggiato la cattura della Primavera, e, come aveva detto il Sole,
il ghiaccio si sciolse, lasciandola finalmente uscire.





L'Inverno si svegliò al rumore della gran festa che stavano facendo gli animali
del bosco e, accompagnato dalle risate e dagli scherzi, dovette scappare
con il Gelo e la Tempesta, su al Polo Nord.





E da quel anno, il 21 di marzo, la comparsa della prima primula
apre la porta alla Primavera!











Se fai qualcosa col cuore, non hai bisogno che qualcuno ti aiuti.
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nanà
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11166 Posts
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Posted - 24 May 2017 :  18:22:59  Vedi Profilo Send nanà a Private Message  Rispondi quotando

Isola della Fanciulla, (Vieste)



Dragut e la leggenda dell'Isola della Fanciulla

Una leggenda molto triste è invece quella del famoso scoglio detto Isola della Fanciulla,
legata alla figura storica del pirata Dragut, noto per la sua crudeltà.



L'isoletta della fanciulla è uno scoglio isolato che è situato ad ovest della torre dei Pali, a circa cento metri dalla spiaggia di Salve.



La leggenda narra che, durante una delle sue incursioni lungo le coste del Salento,
Dragut inviò i suoi uomini a depredare alcune masserie poste in territorio di Salve.
Dopo aver sequestrato un cospicuo bottino di derrate alimentari,
i saraceni catturarono la figlia di un colono di una masseria con l'intento di portarla in Africa e rivenderla come schiava.
Ma la giovane si oppose con ogni mezzo ai corsari, tentando più volte la fuga.



Nonostante le violenze subite, la fanciulla si rifiutò di rinnegare la religione cristiana,
promessa che gli avrebbe salvato la vita, e venne uccisa e gettata in mare dallo stesso Dragut.
Qualche giorno più tardi, il corpo della fanciulla fu ritrovato da alcuni pescatori sull'isoletta, ricoperto da un velo di sabbia.
Da quel momento lo scoglio venne chiamato l'Isola della Fanciulla.



Sempre alla figura di Dragut è legata anche la città di Vieste, le cui origini però sono molto più antiche e si dice risalgano addirittura a Noè.
La Chianca Amara o pietra della sofferenza è il simbolo di quando nel 1554 Vieste subì l’attacco dei Saraceni ad opera del pirata Dragut.



L’assedio culminò con la decapitazione di moltissimi cittadini su un ceppo ora conservato presso la Cattedrale.
Recentemente, la città commemora con una rappresentazione pubblica l’evento.
Erano gli anni in cui la Repubblica di Venezia esercitava il massimo controllo anche sulle coste pugliesi
e le coste dell’Adriatico erano continuamente prese di mira dalle incursioni turche ,
per questo presidiate dai veneziani che attraverso il Castello controllavano la costa.












Se fai qualcosa col cuore, non hai bisogno che qualcuno ti aiuti.


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Carla
Admin

35010 Posts
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Posted - 24 May 2017 :  21:01:05  Vedi Profilo Send Carla a Private Message  Rispondi quotando
Tutto molto interessante Nanà




La vita è un eterno
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Non importa, nonostante le ferite
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Carla
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Carla
Admin

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Posted - 17 December 2017 :  11:02:21  Vedi Profilo Send Carla a Private Message  Rispondi quotando


LA LEGGENDA DELLA STELLA DI NATALE

Era la vigilia di Natale, in fondo alla cappella , Lola, una piccola messicana, in lacrime pregava:

" Per favore Dio mio, aiutami! Come potrò dimostrare al bambino Gesù che lo amo?

non ho niente, neanche un fiore da mettere a piedi del suo presepe " D'un colpo apparve una

bellissima luce e Lola vide apparire accanto a lei il suo angelo custode. " Gesù sa che lo ami, Lola,

lui sa quello che fai per gli altri. Raccogli solo qualche fiore sul bordo della strada e portalo qui.

" disse l'angelo."Ma sono delle cattive erbe, quelle che si trovano sul bordo della strada"

rispose la bambina. " Non sono erbe cattive, sono solo piante che l'uomo non ha ancora scoperto

quello che Dio desidera farne. " disse l'angelo con un sorriso. Lola uscì e qualche minuto più tardi

entrò nella cappella con in braccio un mazzo di verdure che depositò con rispetto davanti al presepe

in mezzo ai fiori che gli altri abitanti del villaggio avevano portato. Poco dopo nella cappella si senti

un breve sussurro, le erbe cattive portate da Lola si erano trasformate in bellissimi fiori rossi,

rosso fuoco. Da quel giorno le stelle di Natale in Messico sono chiamate " Flores de la Noce Buena ",

fiori della Santa Notte. Nel 1825, Joël Poinsett, ambasciatore Americano in Messico, riportò in

America semi di stelle di Natale e le fece conoscere in tutto il mondo.



"Quando Dio creó la natura nella Madre Terra,
chiese alle piante che creassero i fiori migliori
per affidarli al mondo e che ognuna di loro si scegliesse una
stagione dell'anno per la sua nascita. Chiese anche
che dessero sempre a tutti quelli che li avrebbero presi
nelle loro mani e nella loro vita, tutto il meglio di se stessi:
bellezza, amore, armonia e saggezza. "

Un certo giorno Dio vide tra tutte una pianta che fin dalla
sua nascita dava tutto ciò che di più sacro si trovava nella
sua essenza, col fine di essere scelta dagli uomini per entrare
nelle loro vite: bellezza, amore, armonia e saggezza tutto ciò
che Dio gli aveva assegnato come missione.


"Per quanto si sforzava di essere scelta, nessuno si
fermava davanti a lei per ammirarla. Nessuno l'apprezzava
perché il suo fiore era molto piccolo e le sue foglie molto grandi;
questo la rattristava. Tuttavia ci metteva sempre la sua
energia più pura e lottava per essere felice anche se
nessun fratello la voleva."

Dio vedendo questo andò dalla pianta e gli disse: "Vedo
che sei una pianta molto bella e che realizzi la tua
missione con molto amore e anche se la tua bellezza non è
stimata e questo ti rattrista; lotti tuttavia per
essere felice fino a riuscirci dando il tuo amore incondizionato agli
uomini perché sai che ne hanno bisogno. Per questo motivo ti
dò il mio sangue, essenza pura e la deposito sulle tue foglie
trasformandole nel rosso più bello, e
trasformandoti per il tuo amore e saggezza, nel fiore più
bella, nell'periodo più importante su questa Terra. Tu
sarai la rappresentante dell'amore e l'essenza divina
dell'universo."

Da quel momento trasformò la pianta dal fiore piccolo e
grandi foglie nella bellissima Stella di
Natale facendola la più rappresentativa di quella
rinascita d’amore e di speranza su questa terra e
in tutto l'universo.

Essendo accolta dagli umani ogni anno nelle loro
case, riesce cosi a compiere
la sua missione di portare: bellezza, amore, saggezza ed armonia
nella vita di tutte le persone della Terra.

Così la Stella di Natale compie la missione che
Dio lasciò col suo sangue nelle sue foglie:

amore e speranza per tutti sulla Terra.

(Dal Web)







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nanà
Moderatore

11166 Posts
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Posted - 17 December 2017 :  18:46:52  Vedi Profilo Send nanà a Private Message  Rispondi quotando

Non conoscevo la leggenda molto bella...

Molti anni fa, mi capitava spesso di regalarla x Natale....
ma da quando ho scoperto che se strappate le foglie rosse,
il lattice che esce è velenoso sopratutto per i bambini.









Se fai qualcosa col cuore, non hai bisogno che qualcuno ti aiuti.


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Carla
Admin

35010 Posts
Status: offline

Posted - 17 December 2017 :  21:33:25  Vedi Profilo Send Carla a Private Message  Rispondi quotando
Non la conoscevo nemmeno io Nanà, trovata in web e dato è bella l'ho postata
Le piante sono quasi tutte velenose o urticanti nel lattice che perdono. Anni fà le regalavo pure io o me le auto-regalavo,
ma in casa poi appassiscono, vanno tenute al fresco





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nanà
Moderatore

11166 Posts
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Posted - 15 January 2018 :  22:40:51  Vedi Profilo Send nanà a Private Message  Rispondi quotando

Una leggenda popolare sarda ha come protagonista la quercia.



Tanto tempo fa, quando ancora era cosa comune incontrare per strada il Signore Iddio,
un giorno il diavolo mogio mogio si recò da lui.



Fattosi coraggio, gli rivolse rispettosamente la parola:
“Tu, o Signore, sei il padrone di tutto l’universo,
mentre io, povero diavolo, non posseggo nulla in questo mondo…
Ti prego pertanto di concedermi la potestà su una minima parte del creato.

” E Dio, di rimando: “Cosa desidereresti avere?”
E il diavolo: “Il potere su boschi e foreste!”
E Dio decretò: “Così avvenga.







Il potere su boschi e foreste ti apparterrà quando questi d’inverno saranno senza fogliame.
Tornerà a me, invece, nelle altre stagioni, quando gli alberi saranno coperti di foglie.
” Saputa la notizia dell’avvenuto patto, tutti gli alberi del bosco cominciarono a preoccuparsi,
finchè l’inquietudine si trasformò in agitazione.







Il carpino, il tiglio, il platano, il faggio, l’olmo, l’acero si chiedevano avviliti:
“Cosa possiamo fare? A noi le foglie cadono proprio in autunno”.
Finché al faggio venne l’idea di consultare la quercia, l’albero saggio tra i saggi.

Quando sentì la storia del patto, la quercia rifletté gravemente ed alla fine sentenziò: “Faremo così, cari amici.
Io tenterò di trattenere sui rami le foglie secche, finché a voi non saranno spuntate le nuove!
In tal modo il demonio non potrà avere il dominio su nessuno di noi.
Così avvenne e il diavolo beffato.
Da allora la savia quercia trattiene il fogliame secco per tutto l’inverno,
finché in primavera spuntano le prime foglie verdi.








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