Il brivido della poesia mi lacera la pelle come una cicatrice Lei mi direbbe che mi deturpa, tu anima mia unisciti al silenzio Quel silenzio che non è poesia e non è dolore La cicatrice fa parte di me e per amore di Dio diventa poesia Non è cosa tua, e cosa mia fonda per parecchi centimetri Farebbe bene a non farsi notare e giustamente non ricorda di te Ma davvero è come una poesia e trema come un brivido Nella speranza che qualcun'altra la noti e la trovi bella Come tutte le cose profonde e tenere di carne Il dolore in realtà si allevia prima che la cicatrice parli E queste rime non parlano di dolore ma di tenerezza Dio voglia che non resti per parecchi centimetri nascosta Ma che voli come una farfalla verso un cuore degno E che il bel sogno inizi non di una cicatrice che farfalla non è Ma di una farfalla che non è più cicatrice Questo mondo non sarà mai una landa abbandonata Oppressa da un cielo vuoto Se Dio veramente agiterà l’aria per queste ali
Ascoltavo la pioggia Ma non le mie lacrime Come sono stolto Ora le ascolterò
Guardo il cielo e non ci sono stelle E non c’è ragione perché ci siano E la luna dorme serena E non c’è follia che la bandì Le mie dolci colline di primavera Son celate dal buio della notte Ma so che sono lì e son le mie Il fiume della vita ha fatto un meandro Or cederà l’ultima sponda Nel buio e nel silenzio di una notte Il corso si accorcerà E l’acqua farà meno fatica A rotolare granelli e sabbia E tutte le ninfe ch’è capace di cullare Tra le sue braccia limpide e sfuggenti
Non sono che un granello di sabbia perso nella rena ma nel mio piccolo sono una gemma