Di se stesso all'amata
Cosė gl'interi giorni in lungo incerto
Sonno gemo! ma poi quando la bruna Notte gli astri nel ciel chiama e la luna, E il freddo aer di mute ombre č converto; Dove selvoso č il piano e pių deserto Allor lento io vagando, ad una ad una Palpo le Piaghe onde la rea fortuna E amore, e il mondo hanno il mio core aperto. Stanco mi appoggio or al troncon d'un pino, Ed or prostrato ove strepitan l'onde, Con le speranze mie parlo e deliro. Ma per te le mortali ire e il destino Spesso obbliando, a te, donna, io sospiro: Luce degli occhi miei chi mi t'asconde? |